signora Flavia.
— Lasciami dire – oppose dolcemente il sindaco naturalista – bisognerebbe preparare la camera dei forestieri…
— Perché?
— Perché stasera tocca la “scopa” col canonico: e siccome non potrà tornare alla Pieve, per via del tempo…
— Tu sogni! è un tempo magnifico!
— Ci sarà tempesta.
A questo punto, in fondo alle valli lontane, verso il Fiora, parve rotolare il rombo cupo del tuono.
— Te l'ho detto? – gridò Romeo, trionfante. – Tempesta
sicura!
— Avremo una notte di paradiso.
- * *
— C'è di molto alla casa del sindaco? – domandò Michele Orcagna, che era sceso dalla sua “tre litri e mezzo” (motore spinto) e cercava di raccapezzarsi, nelle prime ore del crepuscolo. Il ragazzo interrogato levò gli occhietti vispi sul bel viaggiatore, tutto vestito di cuoio, e penò un poco a rispondere. — Se mi ci porta anche me, le fo fare la strada buona… C'è di molta salita… 16