ne dell’uomo. Sia o no attuabile il sogno degli astronautici, sia vicino o no il giorno in cui un apparecchio terrestre possa rompere le leggi della gravità, e superando i
confini estremi della nostra atmosfera, viaggiare con
vertiginosa rapidità nel vuoto, verso una qualche remotissima isola del Cielo, il solo fatto di aver pensato a
tanta bellezza è già un titolo d’onore per l’uomo.
Allora: essendo divenuti ormai inutili, o quasi, i viaggi
di scoperta; essendo ancora troppo vaghi e lontani i sogni degli astronauti; che cosa resta da tentare, oggi,
all’appassionato cacciatore di avventure, al ricercatore
di curiosità scientifiche, allo studioso di tutti i segreti
naturali grandi e piccini?
2. Ho sott’occhio alcune pagine, scritte proprio da me l’anno scorso, e che riassumono i più recenti avvenimenti geografici e scientifici. Mi accorgo che il tempo vola troppo rapido; che queste pagine descrivono cose già superate; che il progresso ci prepara sorprese sempre più strane, con un ritmo sbalorditivo. I fatti che oggi accendono i popoli di entusiasmo: la traversata dell’Atlantico con l’aereoplano, l’arrivo al polo, le esplorazioni sottomarine, le ricerche nella stratosfera, le gare aeree, nelle quali si vola a cinquecento chilometri l’ora, son destinati fatalmente e velocemente all’oblio. Perchè l’avvicendarsi delle invenzioni, delle scoperte, delle imprese prodigiose, segue un ritmo che accelera giorno per L