Incontro con Irakli Avalishvili di Luca Speziale

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Title Incontro con Irakli Avalishvili di Luca Speziale
Authors Luca Speziale
Date 12/2019
Excerpt
Tags Caucasus, Georgian situation, Irakli Avalishvili


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Il 22 novembre scorso, l'Istituto Cultura Italiana (NGO) di Tbilisi ha avuto la fortuna di ospitare Irakli Avalishvili. Per chi non lo conoscesse Irakli è un talentuoso pittore georgiano con una laurea in fisica teorica, veterano della guerra in Abkhazia, padre di cinque figli e uomo che ha vissuto in età adulta la caduta del blocco sovietico, le “rivoluzioni colorate” e sta vivendo i cambiamenti sociali che attraversano la società georgiana in questo momento. Questi attributi però non sono sufficienti a raccontare a tuttotondo quest'uomo, le sue passioni e chi sia realmente. Irakli è già da tempo un amico dell'Ici, infatti già l'anno passato era stato così gentile da concedere il proprio tempo all’istituto. (Per visualizzare il precedente intervento clicca QUI).

Veniamo all'incontro: l'intervista con il pittore è iniziata intorno alle 17:00, si è tenuta presso la sede dell'Istituto nella città di Tbilisi.  A vederlo il Sig. Avalishvili non dimostra gli anni che ha (circa 70 anni), è una persona ordinata, ben vestita, dai modi cordiali e gentili. Dopo i primi convenevoli i collaboratori dell'Istituto iniziano a fare domande all'ospite. Inizia Luca Speziale, laureato in scienze politiche all'università di Roma, esordisce con una domanda che verte sulla situazione politica: "Signor, Irakli può raccontarci com'era vivere in Georgia durante il periodo sovietico e quali erano le maggiori differenze?"

Irakli mostra sin dalla prima domanda una certa capacità linguistica non indifferente per un uomo della sua età. Ci racconta di come sotto l'Urss per certi versi la vita era più facile lavorativamente parlando, ci dice che il sistema sovietico offriva una certa stabilità economica che secondo lui oggi giorno manca. Sotto al profilo dei diritti e delle libertà dice che non c'è dubbio che oggi ci sia più libertà, meno corruzione; anche sotto il profilo dell'arte c’è stato un miglioramento. A suo dire, sembrerebbe che in epoca sovietica addirittura l'Accademia di belle arti fosse un posto in cui la corruzione era la moneta corrente. Ci racconta di come avesse tentato di continuare gli studi in quel luogo, ma tra il lavoro, la famiglia, la corruzione che portava ai vertici chi se lo poteva permettere e gli impegni di tutti i giorni, non sia riuscito a terminare i suoi studi.

I presenti restano tutti un po' spiazzati dalla risposta dell'uomo, elaborata finemente, tende ad un certo grado di oggettività, quasi un punto di partenza per una qualche analisi di tipo sociologico.

Continua con un aneddoto molto interessante, ci racconta di come la zia (o cugina) di sua nonna abbia avuto come testimone di nozze Iosif Vissarionovič Džugašvili, meglio noto come Iosif Stalin.

Luca Speziale, cogliendo la palla al balzo, ed esaltato dalla risposta dell'intervistato domanda: "Sig. Irakli cosa pensa di Stalin e dell'Urss in generale il popolo Georgiano?"

Irakli ribadisce che appunto c'erano pro e contro della vita sotto l'Unione Sovietica, i pro sicuramente erano la sicurezza socio-economica che l'Unione offriva, l'opportunità di poter viaggiare all'interno dell'Urss, lui stesso ci racconta che come fisico aveva soggiornato a Mosca e a Riga per alcune convention scientifiche; di contro la corruzione, era molto diffusa. Ci racconta - sorprendendoci - come una fetta della popolazione abbia una certa nostalgia del sistema sovietico, sua madre per esempio era una fervida sostenitrice di Stalin come molti altri a suo dire, nonostante i molti arresti effettuati in Georgia in quegli anni.

Luca Speziale va avanti con le domande, gli domanda se ha mai attraversato la vecchia cortina di ferro, Irakli risponde affermativamente, comincia a parlare di Vienna, di quanto gli sia piaciuta, del fascino dell'arte di quei luoghi e di lì in poi il discorso ha cominciato a vertere quasi esclusivamente sull'arte. Ci mostra locandine in cui compaiono i suoi quadri, fotografie su di uno smartphone e comincia a parlare con l'altra collaboratrice dell'Istituto Gloria Maritan, giovane laureata allo IUSVE. Tommaso, un collaboratore dell'Istituto, la presenta come giovane artista talentuosa, lei arrossisce e imbarazzata nega ma intanto fra lei ed Irakli si crea un bel feeling, cominciano a parlare di arte, dell'utilizzo dei colori, dalle parole di Irakli si capisce come egli sia particolarmente attento a questo aspetto, al di là della tecnica la sua attenzione è volta all'utilizzo del colore. I suoi quadri ci ricordano scene oniriche, i contorni non sono ben delineati, in contrasto invece con i colori decisi. Dipinge tele con colori ad olio.

A questo punto la domanda è d'obbligo: "Sig. Irakli quali sono gli autori che più le piacciono?" Esordisce con Leonardo Da Vinci, ne tesse le lodi come le antiche moire i fati dei mortali, per lui è un genio assoluto. Lo apprezza sia come artista che come uomo di scienza, un binomio comune anche al nostro intervistato. Avalishvili ci parla non solo del fiorentino come uomo di arte dai prodigiosi talenti, ma delle macchine di Leonardo e di come queste abbiano influenzato o comunque ispirato la modernità. Il suo lignaggio artistico non si esaurisce però con l'autore toscano, cita una carrellata di nomi tra i quali spuntano gli impressionisti: Monet, Manet, Van Gogh; va avanti con Salvador Dalì; si torna all’Italia con Tiziano e capitoliamo parlando del primitivismo, arte che scopriamo avere un certo seguito da queste parti. Un mare di nomi, opere e stili artistici ci investe, si percepisce tanta passione nelle sue parole. Sulla scia di quanto affermato i collaboratori dell’Ici ne approfittano per vedere se l’uomo è a conoscenza di altri due autori che potrebbero interessarlo: Escher e Basquiat.

Su Escher, Irakli ci sorprende di nuovo, infatti scopriamo che è un suo estimatore, e che ne apprezza tantissimo le simmetrie; quanto a Basquiat un po’ meno, aveva intravisto forse qualche opera, ma lo apprezza ugualmente, da qui, il nostro loquace ospite ci parla di Pirosmani, autore di punta della falange artistica georgiana, oggi esposto al museo nazionale d’arte di Tbilisi in Viale Rustaveli. L’autore continua a farci vedere foto sul telefono delle sue creazioni, tra le quali però spuntano anche le opere dei figli. Ebbene sì, nella famiglia di Irakli anche i figli hanno preso dal padre, infatti due dei suoi figli sono altrettanto talentuosi come il padre. È il momento dei saluti, convenevoli a parte, un attimo prima di uscire di scena insieme a Tommaso, Irakli ci mostra un libro da lui pubblicato: “Apply of Graph Extension Function in Nature”. Ci stringiamo la mano con l’augurio di rincontrarci. Un epilogo degno di un bell’incontro georgiano.